Quarantena+ con quelli della Disney

Nel bel mezzo di questa pandemia, i capitalisti massimi del mondo dell’animazione decidono di lanciare Dinsey+, tanto sanno che ci abboneremo tutti – qualcuno ha altri programmi? Le nostre giornate sono ora allietate da con un mix di novità e ricordi. Come se non avessimo già abbastnza problemi di overthinking. Devo ammettere che ho ceduto un po’, e sono andata a leggermi la lista dei contenuti confermati, e un po’ come la madeleine di Proust (mi scuso per la citazione aulica, solo per pochi) mi sono ritrovata a passare la quarantena circondata da personaggi poco raccomandabili. Ve lo racconto.

Le sette e mezza, suona la sveglia, ansia. Ho capito, ci sono, ci sono. Scendo dal letto, un’altra giornata di smart working, perché poi lo chiamano in inglese? Non capisco questa necessità di sentirsi internazionali mentre stiamo in pigiama in provincia di Trebaseleghe. Cinque minuti prima del mio zoommeting – non ho capito perché abbiamo smesso tutti di usare Skype, ma okay. Mi collego, qualcuno già sta parlando. Waternoose: “Rapirei mille bambini pur di non far morire questa azienda!” EH?

Roz : Salve, Wazowski! Ti aspetta una seratina niente male?
Mike: Eh… be’… già…
Roz: Avrai archiviato le tue pratiche a dovere, allora. Per una volta.
Mike: ….
Roz: Il tuo attonito silenzio è MOLTO rassicurante.

Sulley: Non credo che la bimba sia pericolosa.
Mike: Be’, allora teniamocela! Ho sempre desiderato un cucciolo IN GRADO DI UCCIDERMI!

Ma cos’è questo bullying aziendale? E queste conversazioni leggermente inquietanti che tirano in ballo bambini… okay, devo essere sbronza, ma a quanto pare oggi lavoro per la Monster & Co., vabeh che il sonno della ragione genera mostri (altra citazione aulica, chiedo venia), ma questa reclusione non mi sta facendo proprio bene….  Spengo il computer, direi che per oggi può bastare. Con il glam di Beyoncé nei suoi anni migliori, tutti, sfilo dalla camera da letto all cucina, percorso cardio giornaliero, e mi faccio un caffè. Mentre aspetto che sia pronto, accedo ad Instagram che ormai è tipo la piazza cittadina, con tanto di news, negozi, e gossip. Oggi fa notizia un’influencer con crisi d’indentità che finalmente si rivela ai suoi followers: Hanna Montana si toglie la parucca bionda e si scopre che in realtà è Miley Cyrus. Oggi canta una canzone per supportarci durante questi giorni di reclusione. “There’s always gonna be another mountain, I’m always gonna wanna make it move, always gonna be an uphill battle, sometimes I’m gonna have to looooooose. Ain’t about how fast I get there, ain’t about what’s waiting on the other side: It’s the cliiiiiiimb”. L’ho sempre voluta come migliore amica, quanto invidiavo Lily.

 

INFLUENCER DELL’ANNO

 

Il caffè è pronto, esco sul balcone a godermi i pochi raggi di sole. Eccole là, puntuali come al solito, le mie vicine di casa, le Ragazze Ghepardo. Come minchia si vestono non lo capirò mai. Dico io, tra tutti gli stili possibili tra cui scegliere, proprio il più coatto di tutti? Pure Zara ha lasciato perdere l’animalier dopo 3 mesi, non se poteva vedè. E poi che stanno sempre ad urlare ‘ste tizie, io boh. E poi che è sta musica? Ah, i ragazzi delle consegne di High School Musical Delivery, pure in ‘sto clima tetro mica li calmi, “We’ve got to work, work, to work this out, we’ll make things right, the sun will shiiiiine. If we work, work, there’ll be no doubt, we can still save the Summer… If we work this out!”. Il loro account Instagram ha sempre migliaia di like. Devo ammettere che Troy Bolton è proprio bellino con quegli occhioni, certo se Gabriella non gli si accollasse in certe maniere… ansia ragazza, ansia. Lascialo respirare. Ogni tanto vorrei avere l’elganza di Sharpay e Ryan, ma niente, in ‘sti giorni manco quella di Chad, che comunque vive in tuta.

ADORO

 

Torno dentro e accendo la tv, pronta a spararmi l’ennesima dose di depressione guardando il tg. John Smith è in preda al suo ennesimo discorso sul romanticismo del colonialismo, e lì, vicino alui, la cogliona di Pocahontas. Scappa, folle, scappa. Lo sappiamo tutti che finirà male malissimo, tutti, meno tu. Smettila di fare la principessa de ‘sta tega e caccialo dalla tua terra. In tutti i sensi. Capisco gli occhi azzurri e il biondo naturale, sono una vittima dei geni recessivi pure io, MA FUGGI, DONNA, FUGGI.

Mi squilla il telefono, è la mia migliore amica. Disperata, in lacrime, ha perso una scarpa prima della quarantena e non capisce perché il tipo con cui stava limonando ancora non gliel’abbia riportata. Le ricordo che se un tipo conosciuto in discoteca si presentasse sotto casa sua con la sua scarpa, io qualche domanda me la farei: tipo come trasferirmi, denunciarlo e cambiare identità. Giusto per non lasciare nulla al caso. Non so se mi abbia ben capito perché mentre parliamo tramite FaceTime lei continua a pulire la casa in maniera isterica, Cenerentola, ce le facciamo un paio di sedute per liberarci di questo disturbo ossessivo compulsivo? Mitchie si unisce alla chiamata, gasatissima, ci racconta di come il suo compagno di campeggio delle elementari l’abbia invitata ad un appuntamento virtuale… io sono confusa perché ‘sto tizio non me lo ricordo. “Ha altri due fatelli, daiiii i fratelli Jonas!”. Ah, i boni. Quelli che cantano, ballano, e niente sono semplicemente belli bellissimi. Una gioia.

 

AGREE

 

Insomma, una giornata intensa, ma una volta rinvenuta da questa allucinazione, mi sono sentita vecchia, datata. Quindi mi sono rimessa tutte le canzoni di Camp Rock, in loop. THIS IS ME! Ora vado ad abbonarmi, ciao.

P.S. Nessun funghetto allucinogeno è stato utilizzato per la stesura di questo articolo. Il che la dice lunga sulla mia salute mentale.